Credevo di essermi liberato delle storie di follia, reclusione e gelo.
Non che mi aspettassi di mettermi a comporre lodi alla bellezza del mondo e al canto dell'usignolo, con francescana meraviglia, ma almeno pensavo di essermi lasciato alle spalle quelle ossessioni.
E invece ero stato scelto (è enfatico, lo so, però non saprei dirlo in altro modo) da quella storia atroce, senza volerlo mi ero messo sulla stessa lunghezza d'onda dell'uomo che ne era responsabile.
Avevo paura. Paura e vergogna. Mi vergognavo davanti ai miei figli di occuparmi di questa storia.
Ero ancora in tempo per fuggire? O la mia peculiare vocazione era proprio cercare di capirla, di guardarla in faccia?
(Emmanuel Carrère, L'Avversario, Adelphi)
Non che mi aspettassi di mettermi a comporre lodi alla bellezza del mondo e al canto dell'usignolo, con francescana meraviglia, ma almeno pensavo di essermi lasciato alle spalle quelle ossessioni.
E invece ero stato scelto (è enfatico, lo so, però non saprei dirlo in altro modo) da quella storia atroce, senza volerlo mi ero messo sulla stessa lunghezza d'onda dell'uomo che ne era responsabile.
Avevo paura. Paura e vergogna. Mi vergognavo davanti ai miei figli di occuparmi di questa storia.
Ero ancora in tempo per fuggire? O la mia peculiare vocazione era proprio cercare di capirla, di guardarla in faccia?
(Emmanuel Carrère, L'Avversario, Adelphi)
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