Roberto Roversi era un sovversivo mite.
Mite: per capirlo basta, se non avete mai avuto la fortuna di parlargli, o di sentirlo parlare, guardare una sua fotografia.
Sovversivo: nella tradizione del socialismo emiliano anarcoide, visionario, acceso d'utopia.
Tra i pochi intellettuali italiani capaci di ignorare il mercato culturale e spesso surclassarlo dall'alto della sua formidabile indifferenza agli elogi e al denaro, pubblicando per minuscoli e sconosciutissimi editori, e dicendo, del mestiere di libraio, che il suo aspetto spiacevole è vendere, perché separarsi da un libro è sempre una privazione.
Capace di spendersi nelle minuzie (riviste minime hanno dovuto patire, per avere un suo articolo, assai meno di grandi giornali) e poi di viaggiare tranquillo dentro il pop, le hit parade, le radio per ragazzini, scrivendo testi per Dalla ("Automobili" è un capolavoro totale) e per gli Stadio.
Lo cantava anche Morandi ("chiedi chi erano i Beatles"), forse il cantante italiano più popolare di tutti i tempi. Il poeta Roversi volava dai libretti stampati in trentacinque copie ai milioni di dischi: prodigi della vera libertà intellettuale, quando c'è.
(Michele Serra, Quel sovversivo mite ci ha insegnato la libertà di pensiero, da Repubblica del 16 settembre)
Mite: per capirlo basta, se non avete mai avuto la fortuna di parlargli, o di sentirlo parlare, guardare una sua fotografia.
Sovversivo: nella tradizione del socialismo emiliano anarcoide, visionario, acceso d'utopia.
Tra i pochi intellettuali italiani capaci di ignorare il mercato culturale e spesso surclassarlo dall'alto della sua formidabile indifferenza agli elogi e al denaro, pubblicando per minuscoli e sconosciutissimi editori, e dicendo, del mestiere di libraio, che il suo aspetto spiacevole è vendere, perché separarsi da un libro è sempre una privazione.
Capace di spendersi nelle minuzie (riviste minime hanno dovuto patire, per avere un suo articolo, assai meno di grandi giornali) e poi di viaggiare tranquillo dentro il pop, le hit parade, le radio per ragazzini, scrivendo testi per Dalla ("Automobili" è un capolavoro totale) e per gli Stadio.
Lo cantava anche Morandi ("chiedi chi erano i Beatles"), forse il cantante italiano più popolare di tutti i tempi. Il poeta Roversi volava dai libretti stampati in trentacinque copie ai milioni di dischi: prodigi della vera libertà intellettuale, quando c'è.
(Michele Serra, Quel sovversivo mite ci ha insegnato la libertà di pensiero, da Repubblica del 16 settembre)
E' una speranza che ci accompagna.
RispondiElimina"In qualche luogo, città o campagna una certa tenerezza ci attendeva o si ricostruiva."
Roversi, come la poesia, è questo.