venerdì 20 gennaio 2012

Perché non sei venuta prima della guerra?

Là ha sofferto, ma anche qua, anche qua. Povero angelo, è ancora là, e non c'è dolore più grande di questo. 

Il qua - Israele dopo che tutto è successo - e il là - l'Europa dello sterminio a cui sei scampato ma che continuerà a perseguitarti fino all'ultimo istante di vita.

Che prospettiva spiazzante, e a suo modo anche inquietante, che ci regala la scrittrice israeliana Lizzie Doron, con Perché non sei venuta prima della guerra?, libro tradotto in Italia da Giuntina.

Sono tra coloro che si faranno ancora accompagnare a lungo da questo libriccino denso, stupefacente, poetico, straordinariamente evocativo.

Da tempo attendevo una voce così per parlare di quello che è stato, ma soprattutto per ascoltare il racconto della vita dopo che è stato quello che è stato, in realtà senza mai passare.

Lizzie Doron ci riesce parlando della mamma, dei suoi incubi, delle sue devastazioni e delle sue sue liturgie solitarie, delle sue ferite nell'anima, della sua incapacità di spiegarsi veramente o di vivere veramente nel presente.

A mio parere, uno dei più forti racconti sulla Shoah, senza che la Shoah in effetti sia mai davvero raccontata o anche solo citata... da leggere, assolutamente.

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