domenica 5 giugno 2011

Quando i fiori entrano nel noir

Prendi l'aspetto del fiore innocente, ma sii il serpente sotto di esso

Così scriveva William Shakespeare nel Macbeth, e vi assicuro, è a queste parole che ho pensato leggendo Sangue di rose di Andrea Gamannossi (Mauro Pagliai editore), scrittore fiorentino di gialli e di noir che questa volta si è divertito a incrociare passioni e interessi, mettendo insieme fiori e delitti, piaceri della lettura e piaceri della tavola.

E ci sono davvero molte cose in questo libro, che si legge in poco tempo ma che poi rimane a lungo dentro con la forza della sua originalità e delle sue suggestioni: tre racconti noir, tre menù con ricette a base di fiori, più alcune pagine sospese tra la tentazione del catalogo botanico e la fame di letteratura (e non solo di letteratura).

E si sa, l'incrocio tra delitti e buona tavola ormai è un fatto acquisito, lo è fin dai tempi di Rex Stout e del suo Nero Wolf, per non dire di George Simenon e del suo commissario, figurarsi oggi. Ma provate ad allargare il cerchio con un altro anello e quindi a chiuderlo con i fiori.  Già per la cucina le sorprese non mancano, almeno per il sottoscritto, che si era fermato ai fiori di zucca e, a dire tanto, al risotto alle rose...

I fiori. I fiori che si donano per un anniversario ma che accompagnano anche un funerale. Amore e morte, la combinazione più scontata, ma da cui tutto sommato abbiamo salvato i fiori...

Non ricordo chi diceva: un cinico è uno che, quando sente profumo di fiori, si guarda in giro per vedere una bara.

E anche a non esserlo, cinici. Ben venga questo libro di Gamannossi che ci aiuta a capire che i fiori sono come i noir, male e bene, amore e morte. E che sempre, o quasi sempre dipende solo da noi.

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