Ci si sta avviando verso due mesi che pulluleranno di iniziative per commemorare i 20 anni dalla Caduta del Muro e da tutto quanto quell'evento ha significato, perché con quel Muro si sbriciolò un impero che da Berlino arrivava al Pacifico, tramontò di colpo il "sole dell'avvenire", sparirono mappe geografiche, bandiere, nomenclature.
Non mancheranno certo le occasioni per ricordare questo evento. Da andare a Berlino (io parto la prossima settimana) fino a leggere il libro che ho scritto assieme a Tito Barbini, Caduti dal Muro. Ma non voglio promuovermi, piuttosto oggi voglio segnalarvi quest'altro libro, un buon viatico per prepararsi all ventennale. E' C'era una volta la DDR, è uscito per la Feltrinelli e l'autrice è una giornalista australiana, Anna Funder.
Non so se di questo libro mi abbia colpito più l'insostenibile normalità di un regime dove un cittadino ogni 63 era un agente o un informatore della polizia segreta. Oppure l'incredibile rapidità con cui questo sistema che sembrava costruito con gli stessi materiali del Muro di Berlino si squagliò, creando un vuoto pneumatico laddove fino a poche settimane prima c'erano schiere di fedelissimi.
Non so neppure se quella sia stata una rivoluzione - l'unica, sostiene la Funder, che i tedeschi siano riusciti a portare a termine in tutta la loro storia - così come non so cosa si nasconda dietro l'Ostalgie di oggi: moda o effettivo disagio del presente?
Però questo è un buon libro, un reportage ricco di umanità e senza eccessive pretese. Anche con qualche pecca, senz'altro, o cose che forse potevano essere più approfondite - per esempio il sostegno al regime degli "idealisti": un libro comunque non scontato e utile.
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